Fisica, nodi e misteri
Questa mattina, prima di uscire per un appuntamento di lavoro, ho preparato due indispensabili oggetti sul tavolo: il Blackberry con auricolare singolo (d'estate si impone altrimenti il trucco rimane appiccicato al display) e il lettore mp3, ovviamente con doppi auricolari. Dopo qualche minuto li afferro e li infilo in borsa. Prendo l'ascensore, faccio quattro passi, salgo in auto. Quanto tempo sarà trascorso? Esagerando quattro minuti. Ebbene, prima di mettere in moto, cerco in borsa il Blackberry ma quando allungo la mano trovo un grumo di fili che, come un bozzolo, avvolge anche il lettore mp3: la capacità di formare nodi degli auricolari è spaventosa. C'entra in qualche modo la fisica? Domanda retorica 😉 Il fisico Doug Smith dell'Università della California ha ragionato sul problema e ha dedotto che: 1) più lunga è la corda, più alta è la probabilità di formazione di nodi (ricordarsi: accorciare gli auricolari come se fossero pensati per la Barbie) 2) più morbida è la corda, maggiore è il numero di nodi (ricordarsi: comprare piombo fuso, bagnare gli auricolari e lasciar asciugare bene) Naturalmente per la formazione di nodi è necessario che la corda venga agitata, cioè acquisti energia cinetica. E cosa c'è di meglio che un bello scossone ogni tanto mentre i cordini sono riparati nella borsa o in tasca? Et voilà, l'annodamento è servito! E i nodi dentro di noi? Quelli sono davvero speciali perchè rappresentano una forma di impacchettamento: il DNA, la macromolecola racchiusa nel nucleo di ogni cellula, è lunga circa 3 metri ed è ripiegata come un origami in uno spazio di circa 20 micron. Un po' come avere un auricolare lungo 30 km "cacciato" in una borsa di 20 centimetri (una pochette da sera, pratica). Durante la riproduzione cellulare, il DNA si srotola senza problemi grazie a speciali enzimi che tagliano e cuciono le estremità con grande abilità. A noi invece non rimane che muovere le dita con pazienza (soprattutto a Natale: le ghirlande di luci sono tremende…).
Lascia un commento