Ieri stavo guidando per tornare a casa ed ero un po’ presa dai miei pensieri quando a un certo punto lo speaker di un telegiornale alla radio strilla come una pescivendola il giorno dei saldi e capto: “….diesel cancerogeno, a Milano verranno ritirati?”.
Ora con ‘sto caldo nessuno è molto lucido e quando ho sentito la parola “diesel” ho pensato ai jeans e da lì la mia mente, intorpidita come un orso in letargo, ha pensato che si trattasse di qualche colorante per tessuti che provocasse il tumore. E invece…
Ah, ok, erano le auto diesel. Questa mattina leggo che il Codacons ha chiesto di ritirarle immediatamente. Peccato che per saperne di più, uno debba andare a leggere la stampa straniera. Sì è vero, il diesel emette gas di scarico contenente sostanze che possono provocare il cancro ai polmoni (come se quelle che vanno a benzina emettessero aria di montagna!) ma…c’è un ma.
Un bellissimo articolo del New York Times spiega che le persone più rischio non sono i normali cittadini ma le persone che lavorano per esempio nelle miniere (utilizzano macchinari diesel con cui sono strettamente a contatto), quelle che abitano e lavorano nei paesi poverissimi (usano camion vecchi e molto inquinanti e macchinari aziendali che sputano fumi altamente contaminati). Ah, lo studio durato 50 anni che ha portato a questa conclusione è stato condotto su MINATORI. I paesi occidentali non corrono tale rischio perché usano veicoli di nuova generazione, che hanno ridotto fino al 98% l’emissione di particelle e zolfo. Questo è vero ma l’aria delle grandi città continua a essere irrespirabile e non solo per i diesel.
Vedeste certe mattine come appare Milano: è avvolta in un nuvola verdognola-gialla del tutto innaturale: una nebbia sintetica di smog che ha ucciso la “vera” nebbia.
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