Ad alcuni l’ho detto di persona: il protagonista del mio romanzo Questa è la storia di un gatto senza memoria è il mio adorato micio Chicco, che ora corre e gioca Al di là del Ponte (la conoscete questa commovente e balsamica storia?). Anche quando ho scritto La fisica del Miao, avevo costruito un dialogo con lui: mi spiegava la fisica della caduta del micio, cioè la capacità dei piccoli felini di sfruttare la conservazione del momento angolare per atterrare sulle quattro zampe (ci riescono solo se hanno abbastanza spazio per girarsi, ovvio).
Miagolii e ruggiti
Ad alcuni l’ho detto di persona: il protagonista del mio romanzo Questa è la storia di un gatto senza memoria è il mio adorato micio Chicco, che ora corre e gioca Al di là del Ponte (la conoscete questa commovente e balsamica storia?). Anche quando ho scritto La fisica del Miao, avevo costruito un dialogo con lui: mi spiegava la fisica della caduta del micio, cioè la capacità dei piccoli felini di sfruttare la conservazione del momento angolare per atterrare sulle quattro zampe (ci riescono solo se hanno abbastanza spazio per girarsi, ovvio).
Oltre alla fisica ci sono altri campi scientifici in cui i gatti sono al centro delle ricerche. Per esempio ho appena letto una notizia pubblicata pochi giorni fa in cui due studiosi, Manabu Sakamoto e Marcello Ruta della School of earth Science hanno voluto approfondire le origini del gatto moderno. Chi erano i suoi progenitori? La differenza fra il leone della Savana e i Fluffy che dormono sul nostro divano si è rivelata più profonda di quanto ci si aspettasse. Gli studiosi hanno confrontato la forma del cranio dei gatti con i denti a sciabola (ormai estinti), quelli preistorici e quelli di oggi, caratterizzati da denti conici. E’ la prima volta che viene svolto un lavoro di comparazione dei crani tra questi tre tipi di felini. Ebbene Sakamoto e Ruta hanno trovato una precoce e marcata differenza fra Fluffy e i temibili felini con i denti a sciabola: in altre parole le due specie si dono separate molto presto. E anche tra i medio – grandi (gatti, puma, lince, ocelot e altri) e i grandi felini (leoni, giaguari, tigri, ecc) le differenze sono emerse prima di quanto pensavano gli evoluzionisti. I risultati saranno utili per chi lavora nei musei per classificare i reperti di felini rimasti ancora senza identità. I gatti sono dei veri snob: hanno voluto differenziarsi presto e in fretta.
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