Siete mai stati a cena, a pranzo, a colazione o in qualunque altro posto dove ci sia un tavolo e dei piccoli oggetti in compagnia di un animatore scientifico? Durante le giornate del Festival della Scienza di Genova ho avuto il piacere e l’onore di condividere delle ottime pizze con il gruppo di Giorgio Haeusermann, ormai una celebrità nel mondo delle animazioni scientifiche.
Ebbene, il consiglio è questo: se non volete che la pizza vi si raffreddi e la cocacola si sgasi, non chiedete mai “Allora, che c’è di nuovo?”. Immediatamente l’animatore scientifico, di ovvia stoffa sperimentale, vi incanterà con tutto ciò che ha davanti. Tappi, tovaglioli, forchette, striscioline di carta, graffette storte, palline di carta, tubetti vuoti, mosche morte, briciole di pane: ogni cosa che vede, l’animatore sicentifico lo trasforma in un esperimento.
(continua)
Teoricamente…
Siete mai stati a cena, a pranzo, a colazione o in qualunque altro posto dove ci sia un tavolo e dei piccoli oggetti in compagnia di un animatore scientifico? Durante le giornate del Festival della Scienza di Genova ho avuto il piacere e l’onore di condividere delle ottime pizze con il gruppo di Giorgio Haeusermann, ormai una celebrità nel mondo delle animazioni scientifiche.
Ebbene, il consiglio è questo: se non volete che la pizza vi si raffreddi e la cocacola si sgasi, non chiedete mai “Allora, che c’è di nuovo?”. Immediatamente l’animatore scientifico, di ovvia stoffa sperimentale, vi incanterà con tutto ciò che ha davanti. Tappi, tovaglioli, forchette, striscioline di carta, graffette storte, palline di carta, tubetti vuoti, mosche morte, briciole di pane: ogni cosa che vede, l’animatore sicentifico lo trasforma in un esperimento.
Morale: pizza fredda, coca sgassata, ecc….ecc. E io lì, rapita e in ammirazione persa. Poi un diavoletto è apparso sulla mia spalla (sarà stato quello di Maxwell?) e mi ha bisbigliato:
“Oh, pezzo di teorica che non sei altro, tocca te, dai, fai una domanda a loro e vediamo se sanno rispondere!”.
Ma no dai, non è gentile!
“Da quando la scienza va avanti per gentilezza?”.
Oh insomma, non è educato.
“Sei la Marelli Miao o sei la brutta reincarnaizone di una timorata vittoriana?”.
Uffa. E va bene.
Così a un certo punto ho chiesto a due ingegneri, due matematici e due fisici: Perchè il collo delle bottiglie è lungo e stretto? Silenzio. Rumore di mandibole. Schizzi di pesto sulla tovaglia. Cameriera mi porta un’altra gassata? Silenzio. “Perchè così i tappi sono piccoli”. “Perchè così è comodo per bere a canna”. “Perchè si risparmia vetro”. No. No. No. La risposta corretta è “Il collo stretto rallenta il ricambio dell’aria ed evita che la bevanda si sgasi troppo rapidamente”. L’avevo appena letto sull’ultimo libro di Gianni Fochi “La Chimica fa bene” (Giunti).
Dopo un sono “Aahahahahaaaaaa” siamo tornati alla pratica. Marco, l’astrofisico seduto davanti a me, mette alla prova i miei riflessi con una strisciolina di carta…La loro creatività non finisce mai di stupirmi.
Nella foto: Nikola Tesla, uno dei più grandi scienziati sperimentali.
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