Ricevo un comunicato stampa dove si annuncia il lancio di un nuovo deodorante: la caratteristica che dovrebbe sedurre il consumatore (anzi, prima il giornalista) è l'ingrediente "argento colloidale". Non ho la minima idea di cosa sia l'argento colloidale. Nella mia mente si forma un'immagine: palline di argento appiccicose come chewingum. Non può essere così, quindi che faccio? Mi documento! E scopro che…
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Deodoranti e argento
Ricevo un comunicato stampa dove si annuncia il lancio di un nuovo deodorante: la caratteristica che dovrebbe sedurre il consumatore (anzi, prima il giornalista) è l'ingrediente "argento colloidale". Non ho la minima idea di cosa sia l'argento colloidale. Nella mia mente si forma un'immagine: palline di argento appiccicose come chewingum. Non può essere così, quindi che faccio? Mi documento! E scopro che:
– L'argento colloidale è un fluido, solitamente acqua, in cui sono disperse microparticelle di argento.
– In passato era noto come rimedio di salute per tantissimi disturbi, dalle prostatiti all'eczema passando per disturbi oculari e rafforzamento del sistema immunitario. Ma la Food and Drug Administration si è scagliata contro le aziende produttrici: senza prove scientifiche, certe dichiarazioni non possono essere fatte. E le prove che l'argento colloidale sia un toccasana favoloso, non ci sono.
– Sul sito americano del Ministero della Salute c'è una scheda del Centro Nazionale per la Medicina Alternativa e Complementare (National Center for Complementary and alternative Medicine, NCCAM) che avverte i consumatori del pericolo dell'argiria cioè un'anomala colorazione della pelle, un'inquietante sfumatura azzurra-grigia. La colpa è dell'accumulo di argento nell'organismo. Se volete potete <a href="http://nccam.nih.gov/health/silver">dare un'occhiata</a>.
– Il sito <a href="http://www.argentocolloidale.org/argiria.htm">argentocolloidale.org</a> dice che sono tutte palle (d'argento?), che l'argento colloidale di dimensioni nanometriche non può causare l'argiria. E mette il link a una tesi che dimostrerebbe l'assoluta innocuità delle nanoparticelle d'argento. Sbagliato: la tesi dimostra un'altra cosa cioè i test in vitro effettuati su cellule prelevate dal midollo di persone sane, hanno dato come risultato che le nanoparticelle di argento non interferiscono con la replicazione delle cellule stesse e la tesista scrive anche che: …. nonostante le linee cellulari continue restino uno strumento indispensabile per la biologia e la medicina, non bisogna dimenticare che la risposta di queste cellule ad uno stimolo tossico può essere totalemtne diversa dalla risposta che una cellula in vivo può dare allo stesso stimolo. In altre parole: un conto sono le condizioni di laboratorio, un altro quelle di un organismo “vero” cioè di un intero essere umano. -Morale: le mie ascelle possono fare a meno dell'argento colloidale.
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