curvatura

La notizia è di quelle che …uau, sarà vero? Sì insomma, viaggiare come l'astronave Enterprise a una velocità superiore a quella della luce (300.000km/sec) e andare a rompere le scatole a tutti gli alieni dell'Universo? La notizia è proprio questa: alla Nasa il fisico Harold White sta davvero studiando il “motore a curvatura”. Nell'Universo le distanze fra oggetti celesti sono enormi, una caratteristica che non facilita di certo gli scambi inter-extra-culturali. Per esempio, il nostro Sole dista da noi “solo” 150 milioni di chilometri: se per assurdo volessimo raggiungerlo a bordo di un'auto a 100km/h, impiegheremmo 170 anni. Niente confronto della seconda stella più vicina, Proxima Centauri, a 40 miliardi di chilometri dalla Terra.

(Continua)

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La notizia è di quelle che …uau, sarà vero? Sì insomma, viaggiare come l'astronave Enterprise a una velocità superiore a quella della luce (300.000km/sec) e andare a rompere le scatole a tutti gli alieni dell'Universo? La notizia è proprio questa: alla Nasa il fisico Harold White sta davvero studiando il “motore a curvatura”. Nell'Universo le distanze fra oggetti celesti sono enormi, una caratteristica che non facilita di certo gli scambi inter-extra-culturali. Per esempio, il nostro Sole dista da noi “solo” 150 milioni di chilometri: se per assurdo volessimo raggiungerlo a bordo di un'auto a 100km/h, impiegheremmo 170 anni. Niente confronto della seconda stella più vicina, Proxima Centauri, a 40 miliardi di chilometri dalla Terra.

Quindi abbiamo solo due alternative: si sale a cavallo di un raggio di luce e, alla velocità di 300.000 km/s in 4,2 anni si arriva su Proxima. Oppure si sale a bordo dell'Enterprise e grazie al motore a curvatura (warpdrive) potremo far colazione su Marte e pranzare su Betelgeuse (costellazione di Orione, a 5,6 milioni di miliardi di km: mmh, meglio prenotare). Il warpdrive infatti consentirebbe all'astronave di muoversi a una velocità superiore a quella della luce. Il noto fisico americano Michio Kaku sostiene che teoricamente è possibile: basterebbe maneggiare energia negativa, come ipotizzato dal fisico Miguel Alcubierre. Lo scienziato è partito dalla distorsione dello spazio-tempo previsto dalla teoria della relatività generale di Einstein. Il tempo e lo spazio formano un “tessuto”: lo spaziotempo. Se lo immaginiamo in tre dimensioni anziché le reali quattro (3 dimensioni spaziali più una temporale), diventa come un telo elastico sul quale pianeti, stelle, oggetti di qualunque tipo sono come “appoggiati” e lo deformano con la loro massa, proprio come una biglia deformerebbe una superficie di gomma sottile.

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Se la biglia ha una massa enorme (cioè grande energia), il tessuto si deformerà a forma di “goccia” e si allungherà sempre più fino a formare un tunnel, chiamato worm-hole (buco-verme).

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È un po' quello che accade attorno ai buchi neri, dato che un cucchiaino della loro materia pesa qualche miliardo di tonnellata. Ecco perché questi “trafori cosmici” potrebbero consentire il passaggio da un punto all'altro dell'universo. Attenzione però: il buco nero nuoce fortemente alla salute. Nessuno potrebbe sopravvivere nelle sue vicinanze perché la deformazione dello spazio-tempo equivale a una potente forza di gravità: l'astronave verrebbe polverizzata. E se per assurdo si riuscisse comunque ad entrare, le radiazioni che impregnano il buco farebbero il resto. Scotty allontaniamoci subito!

 

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