Da troppo tempo non leggevo un libro scritto così bene. Si intitola “Specie rare” (edizioni Dedalo, 16 euro) ed è una raccolta di otto racconti della biologa americana Andrea Barrett, vincitrice del Premio Pulitzer del 2003. La scienza è la discretissima protagonista delle storie. Non invade mai la trama, non distrae il lettore dai sentimenti che scorrono lungo le vicende: qui la scienza è come un orecchino di diamanti che dona un riflesso magico al viso di una donna già bella. Fa riflettere la storia di Zaga (Soroche), donna poverissima che si ritrova a vivere nel lusso ma, come gli “estirpati” di Darwin, non riuscirà mai a sentirsi a proprio agio. Tenera la storia di nonno Tati, amico di Mendel, i cui studi furono ignorati per tanto tempo: la voce narrante della nipote ci porta in un mondo lontano che nessun libro di scienze ci potrà raccontare. Ma sono solo due esempi. Da regalare anche a chi non ama la scienza ma adora immergersi nella “bella” letteratura. Magnifica la traduzione di Laura Bussotti (le zampe sono della mia micia, che adora i libri).
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