Alle volte la differenza fra la vita e la morte dipende da una quisquilia. Prendete per esempio l’elettrone. Pesa 0,91 diviso 1000 miliardi di miliardi di miliardi (cioè 0,91 x 10-30) chili. Praticamente un nulla. Un niente che non riusciamo neanche a immaginare. Prendiamo il sale da cucina, per esempio…(continua)
Alle volte la differenza fra la vita e la morte dipende da una quisquilia. Prendete per esempio l’elettrone. Pesa 0,91 diviso 1000 miliardi di miliardi di miliardi (cioè 0,91 x 10-30) chili. Praticamente un nulla. Un niente che non riusciamo neanche a immaginare. Prendiamo il sale da cucina, per esempio.
Il sale da cucina è formato da due atomi: il sodio e il cloro. Due atomi estremamente pericolosi!
A temperatura e pressione ambiente, il sodio è un metallo che a contatto con l’acqua forma soda caustica (con sviluppo di fiamme, come si vede nell'animazione). Il cloro è un gas fortemente irritante per polmoni e occhi, che può condurre alla morte: il cloro si lega alle molecole d’acqua presenti nelle mucose formando acido cloridrico, una delle sostanze più corrosive esistenti, che “brucia” i tessuti.
Allora come mai possiamo salare i cibi senza il pericolo di far esplodere l’arrosto o di morire soffocati?
Per merito di un “insignificante” elettrone.
Sodio e cloro formano il cristallo di sale grazie a un legame ionico. Significa che il sodio cede per sempre un elettrone al cloro.
E quando il sale si scioglie in acqua, ecco che lo ione sodio (carico positivamente perché uno dei suoi 11 protoni non è più contro-bilanciato) e lo ione cloro (carico negativamente) sono… tranquilli. Non hanno bisogno di reagire in modo violento come il sodio metallico e il cloro gassoso. E non reagiscono con l’acqua. Hanno raggiunto il loro scopo: il sodio di liberarsi di un elettrone, il cloro di acquisirlo.
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