Se aspetto qualcuno a casa, la prima cosa che faccio è spazzolare il divano per togliere i milioni (ok, saranno solo qualche centinaia) di peli che i miei gatti donano generosamente all’ambiente. Eliminarli non è facile, anzi, è una lotta impari. I peli sono fatti di cheratina proprio come i nostri capelli ma questi non sono così appiccicosi. Il segreto è nella struttura esterna..(continua) (foto di Ottavia Foà)
(foto di Ottavia Foà)
Se aspetto qualcuno a casa, la prima cosa che faccio è spazzolare il divano per togliere i milioni (ok, saranno solo qualche centinaia) di peli che i miei gatti donano generosamente all’ambiente. Eliminarli non è facile, anzi, è una lotta impari.
I peli sono fatti di cheratina proprio come i nostri capelli ma questi non sono così appiccicosi. Il segreto è nella struttura esterna, detta cuticola, che forma lo strato esterno del fusto del pelo e del capello.
Negli umani la cuticola è formata da scaglie piatte che si sovrappongono parzialmente una sull’altra: viste al microscopio ricordano la disposizione delle tegole di un tetto. Le scaglie dei peli dei mici invece hanno una forma diversa: si dicono “spinose” perché hanno forma triangolare e non sono piatte ma le loro punte tendono verso l’esterno, un po’ come spine sui gambi delle rose. Così queste punte diventano dei “ganci” incredibilmente efficienti per appendersi alle fibre dei tessuti. E non è finita. Ci mette lo zampino anche l’accumulo di cariche elettriche: il pelo raccoglie elettroni, che molto volentieri si legano alle molecole cariche positivamente che “incontrano” negli abiti. In altre parole: è una battaglia persa.
Potrei dedicarmi al reciclo di queste montagne di cheratina abbandonata come fanno certi appassionati di crafting: c’è chi raccoglie i peli e li trasforma in pupazzi, coperte e palline di feltro. L’idea sicuramente è originale: se volete prendere spunto c’è il bellissimo libro Crafting with cat hair di Kaori Tsutaya. D’altra parte la materia prima per coltivare questo hobby sembra infinita: un gatto ha in media 20.000 peli per centimetro quadrato!
La vita piena di tracce “pelose” (sui vestiti e in tanti altri posti) ci insegna ad essere pazienti più di un monaco tibetano in periodo di digiuno. Il metodo più rapido per toglierli dalle stoffe secondo me è quello del rotolino adesivo ma se ho molta, molta fretta mi serve una superficie più grande e allora prendo l’adesivo per i pacchi, quello marrone, e se devo pulire il divano, faccio una specie di “ceretta” ai cusicini. Girovagando in rete però ho trovato un nuovo strumento, che voglio ordinare: si chiama Fur Fighter (“che lotta contra il pelo”) ed è una spazzola che ha la superficie coperta di punte di gomma. Questo materiale infatti offre l’attrito perfetto per strappare i peli dai tessuti e sembra essere più efficiente del rotolo adesivo. Sui forum gattari consigliano anche un altro metodo: infilarsi un guanto in lattice, inumidirlo e passarlo sulla stoffa. Funziona abbastanza.
Lascia un commento