Le scarpe nere di camoscio non le indossava più da tempo, ma le teneva con cura, spazzolandole ogni tanto e riponendole nella scarpiera in posizione strategica, come se da un momento all’altro dovessero essere sfoggiate. Avevano il tacco nove: la classica decolleté da signora per bene, che evidenziava la caviglia con soffio di sensualità silenziosa, là dove la gonna scendeva oltre il ginocchio ma non troppo.(continua)
Le scarpe nere di camoscio non le indossava più da tempo, ma le teneva con cura, spazzolandole ogni tanto e riponendole nella scarpiera in posizione strategica, come se da un momento all’altro dovessero essere sfoggiate. Avevano il tacco nove: la classica decolleté da signora per bene, che evidenziava la caviglia in un soffio di sensualità silenziosa, là dove la gonna scendeva oltre il ginocchio ma non troppo. Non ho mai saputo dove l'avessero portata quelle scarpe, quanti passi avesse consumato, in quali serate avessero scandito il ritmo quei tacchi. Da quando ero entrata nella sua vita, la mondanità divenne solo un ricordo per la mia nonna. So solo che erano le sue preferite e io quand’ero bambina ogni tanto me le infilavo e barcollando mi chiedevo come le donne grandi potessero camminare su quelle cose così scomode. Sono sicura che nonostante le perplessità, la mia passione per le scarpe iniziò da lì. E non ho mai cambiato idea: per tutta la vita ho avuto la conferma che le scarpe belle sono sempre scomode. Il sole è caldo, il cielo è blu e le scarpe che ti entrano nel cuore fanno male ai piedi. E’ una strana legge del mondo artificiale. Eppure c’è qualcuno che ha deciso di andare contro questa legge. Una donna americana, Dolly Singh, ha chiamato a rapporto un fisico, un astronauta e un chirurgo ortopedico per creare la scarpa-bella-che-non-fa-male.
La Singh ha convinto gli scienziati che il problema dell’indossare tacchi alti e sottili (questo modello è chiamato “stiletto”) è un caso da studiare dal punto di vista ingegneristico. Innanzitutto le nuove creature non avranno parti in metallo ma in plastica di vario tipo in modo da attutire i colpi sul terreno (in altre parole: assorbiranno meglio l’energia cinetica rilasciata durante l’urto del passo contro il pavimento): le speciali schiume di imbottitura (usate già nello spazio) che formeranno la suola, ridurranno l’energia di impatto del 50%. Sarà quasi come camminare sulle nuvole. E non è finita. Il progetto prevede che il peso del corpo sia distribuito su tutta l’area della scarpa e non solo su quella di appoggio (tacco, metacarpo, dita dei piedi) come avviene ora. Sarà la fine del dolore acuto, delle solette imbottite di silicone, dei cerotti trasparenti e traspiranti, delle fasciature tipo ballerina classica mimetizzate magicamente in un sandalo estivo. La struttura della scarpa sarà realizzata a Singapore mentre l’esterno in Italia e in Brasile. Le scarpe saranno in vendita in autunno, avranno un’altezza di 7 cm circa e costeranno da 300 a 800 euro circa. Qui altre informazioni: http://thesiscouture.com/ Se invece volete altra fisica sui tacchi: La fisica del Tacco 12 (Rizzoli, 2009)
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