Parcheggio l'adorata Smart, la spengo, scendo e… ZOT! Ho visto un piccolo arco luminoso di un bel blu intenso fra il mio dito indice e il punto in cui ho toccato la carrozzeria. Perché succede?
Eh, lo sanno tutti: c’è l’elettricità statica… E che cos’è l’elettricità statica, forse quel fenomeno per cui l’elettricità diventa immobile? Se pensate che sia così… allarme rosso! Il virus della malafisica si è instaurato nella vostra mente.(continua)
Parcheggio l'adorata Smart, la spengo, scendo e… ZOT! Ho visto un piccolo arco luminoso di un bel blu intenso fra il mio dito indice e il punto in cui ho toccato la carrozzeria. Perché succede?
Eh, lo sanno tutti: c’è l’elettricità statica… E che cos’è l’elettricità statica, forse quel fenomeno per cui l’elettricità diventa immobile? Se pensate che sia così… allarme rosso! Il virus della malafisica si è instaurato nella vostra mente.
L’elettricità statica in realtà non c’entra col fatto che le cariche siano ferme o immobili ed è un insieme di fenomeni: 1) ci sono due oggetti che “ospitano” una quantità di cariche negative (elettroni) e cariche positive (cationi, cioè atomi orfani di uno o più elettroni) diverse, che non si controbilanciano perfettamente; 2) siamo in una situazione in cui il voltaggio è alto e corrente è piccola. Il voltaggio è legato alla forza con cui le cariche sono “spinte” da un oggetto all’altro: tra dito e macchina il voltaggio può andare da 10.000 a 20.000 volt. La corrente è fatta da un flusso di cariche in movimento: qui è piccola, come dire un… rigagnolo, ecco, non di certo una cascata. Ecco perché il grande voltaggio della situazione non ci uccide… ma questo argomento meriterà un post!
Da dove arrivano le cariche?
Forse dall’aria secca e rimangono “appiccicate” alla macchina? No. Lo sbilanciamento di cariche avviene per strofinio fra il nostro corpo e il sedile della macchina. Lo strofinamento separa le cariche, così noi ci carichiamo e la nostra auto pure. Fino a quando rimaniamo seduti, non c’è problema, Ma quando ci stacchiamo dal sedile, addosso a noi rimangono incollate alcune cariche, proprio come una gomma da masticare rimane sotto le suole e allora… zot!
Cosa causa la scossa?
La colpa è delle nostre scarpe: d’inverno si indossano suole di gomma spessa (quest’anno le scarpe da donna hanno dei “carri armati” che sembrano pneumatici per tir), cioè un gran strato isolante. Isolante significa che non fa passare le cariche elettriche. Ma le cariche muoiono dalla voglia di ricomporsi e allora corrono rapidamente verso le nostre dita che stanno per toccare l’auto perché la carrozzeria, al contrario delle nostre suole, è metallica e favorisce questo flusso (i metalli sono conduttori). Eccola allora la scossa: segno che le cariche si sono di nuovo riunite.
Perché è luminosa e blu?
L’aria attraversata dal flusso di cariche si riscalda e i suoi elettroni saltano da un livello energetico a un altro come pulci impazzite e quando tornano al loro posto, emettono luce blu. E’ una specie di fulmine in miniatura.
Ma allora l’aria secca c’entra o no?
Sì, c’entra. Nei giorni umidi le molecole d’acqua sospese nell’aria “rubano” le cariche elettriche dagli oggetti elettrificati e le disperdono nell’ambiente. Quando l’aria è secca invece le cariche tendono a rimanere nel posto in cui si accumulano.
Si può evitare la scossa?
Certo ed è facilissimo: prima di scendere dall’auto, tocchiamo con la mano sinistra la carrozzeria e non stacchiamo fino a quando avremo messo i piedi a terra. In questo modo le cariche elettriche sono fluite attraverso la mano ma senza darci la scossa.
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