La notizia è stata riportata ovunque: è nata una collaborazione fra Telefono Azzurro, Società italiana pediatria (SIP), Federazione italiana medici pediatrici (FIMP), Associazione ospedali pediatrici italiani. Lo scopo? Aiutare i pediatri a riconoscere i sintomi fisici e psicologici dei bambini abusati. Sapete chi ha investito tanti soldi in questo progetto? Una casa farmaceutica, la Menarini. E adesso vi racconto cosa ho visto e sentito alla conferenza stampa.(continua)
La notizia è stata riportata ovunque: è nata una collaborazione fra Telefono Azzurro, Società italiana pediatria (SIP), Federazione italiana medici pediatrici (FIMP), Associazione ospedali pediatrici italiani. Lo scopo? Aiutare i pediatri a riconoscere i sintomi fisici e psicologici dei bambini abusati. Sapete chi ha investito tanti soldi in questo progetto? Una casa farmaceutica, la Menarini. E adesso vi racconto cosa ho visto e sentito alla conferenza stampa.
L’incontro con i giornalisti è avvenuto a Firenze, in un luogo meraviglioso: la terrazza di un albergo del centro, dalla quale potevamo godere di una vista meravigliosa. Ho sentito parlare il neuropsichiatra infantile Ernesto Caffo, fondatore de Il telefono Azzurro Onlus, i dottori Pietro Ferrara e Luigi Nigri, responsabili del progetto per SIP e FIMP e vi dico una cosa: i loro racconti sono stati pugni nello stomaco.
Lo so che là fuori esiste la violenza sugli indifesi ma sentirla raccontare da chi li ha visti, sentiti e visitati, è un’altra cosa. Non è la foto che gira su Facebook buttata lì senza rispetto e con quel tocco sadico-voyeuristico così irritante. Erano i racconti di chi i bambini li ha conosciuti. La cosa che più mi ha sconvolta è stato il racconto del dottor Ferrara, che ci ha rivelato una verità scientifica mostruosa sui motivi per cui i medici possono avere enormi difficoltà nel certificare un atto di violenza su un minori: perché dopo una o due settimane, i segni scompaiono. Gli ematomi si riassorbono, i tessuti lacerati si riparano e le bambine… Beh, le bambine tornano “integre”. E ancora: il primo nemico dei medici che si trovano ad affrontare questa situazione, è la famiglia. Che nega, copre, nasconde, aggredisce. Sì, la santificata famiglia italiana, quella che se non ne hai costruita una, non vali niente come donna. La famiglia dove la mamma è una santa e il papà si può permettere di essere assente perché “tanto è la mamma che conta” (sapete quante, ma quante volte ho sentito questo discorso? E quante amiche ho che si dedicano al lavoro e alla crescita dei figli senza aiuto da parte del partner?).
I dati degli abusi provenienti da Telefono Azzurro sono impressionanti: dai 70.000-80.000 casi. Il presunto responsabile della situazione di disagio di cui soffre il bambino è nel 73,7% un genitore (la madre nel 44,2% e il padre nel 29,5%), un parente nel 3,3%, un amico nel 3,2%, un conoscente nel 3%, un insegnante nel 2,5%, un estraneo adulto (2,2%). Questi bambini sono tristi, hanno cambiamenti improvvisi nelle abitudini, lamentano dolori fisici continuamente, hanno disturbi del sonno, mostrano persistenti comportamenti e interessi sessuali e/o seduttivi inappropriati all’età e tanti altri segnali che possono essere colti con un po’ di attenzione da parte del medico. L’abuso non è solo fisico ma anche psicologico: per un bambino assistere alla violenza fra genitori è un trauma importante. Ma se l'abusante sono soprattutto mamma e papà, non pensate che ci sia qualcosa di profondamente malato alla base della nostra società?E dove sta la mallatia, il virus che contagia con la violenza e l'incapacità di amare?
Così ci hanno raccontato che con questo progetto i tredici ospedali pediatrici più importanti del Paese sono coinvolti come sede dei corsi di formazione ma anche come punti di riferimento dei pediatri del territorio e centri dove poter affrontare l’emergenza. I pediatri di tutta Italia potranno avere questa opportunità e l’avranno gratuitamente. Perché? Perché un’azienda farmaceutica, quindi un privato, ha investito 1 milione di euro in questo progetto. E lo Stato? Lo Stato è latitante, lo Stato ha ben altro a cui pensare, no?
Lascia un commento