granuliCaso 1 F. parcheggia il SUV davanti all’entrata della farmacia, sul marciapiede, tanto è solo per un minuto. Va beh i pedoni possono per una volta far il giro e circumnavigare il mezzo.  F. entra e chiede una confezione di granuli Bryonia 200 ch perché da un po’ di tempo gli fa male la schiena. Vuole un prodotto omeopatico perché F. non vuole inquinare il proprio corpo con quelle schifezze di medicine. Fa il suo acquisto, monta di nuovo sul SUV, adatto più alle strade della California che alla tangenziale Est ma F. ha bisogno di sognare e forse anche di compensare qualche sua piccolezza…(continua)

granuliCaso 1 F. parcheggia il SUV davanti all’entrata della farmacia, sul marciapiede, tanto è solo per un minuto. Va beh i pedoni possono per una volta far il giro e circumnavigare il mezzo.  F. entra e chiede una confezione di granuli Bryonia 200 ch perché da un po’ di tempo gli fa male la schiena. Vuole un prodotto omeopatico perché F. non vuole inquinare il proprio corpo con quelle schifezze di medicine. Fa il suo acquisto, monta di nuovo sul SUV, adatto più alle strade della California che alla tangenziale Est ma F. ha bisogno di sognare e forse anche di compensare qualche sua piccolezza.

Caso 2 G. si cura da anni con i rimedi omeopatici. Oggi è di cattivo umore, ha un attacco d’ansia e allora entra in farmacia e chiede Ignatia amara 30 ch perché è convinta che attenuerà la sua depressione. No, non vuole andare dal medico, i medici non hanno più tempo di ascoltarla, sono soltanto scribacchini, pensa G. Invece il suo omeopata la ascolta, la fa parlare e i prodotti che le consiglia funzionano. Certo, ci vuole un po’ di tempo ma come si dice… la malattia arriva in fretta e va via con calma.

Caso 3 S. è una mamma attentissima al benessere di sua figlia. La vede un po’ stanca in questi giorni, decide di andare in farmacia a chiedere un aiuto. Il farmacista le consiglia di acquistare una confezione di granuli di Gelsemium sempervirens 30 ch.  S. non conosce la differenza fra fitoterapia e omeopatia ma si fida completamente del farmacista. S. ha tante cose a  cui badare, una vita complicata come tante altre donne con figli che all’improvviso si trovano da sole.

I casi potrebbero continuare all’infinito. Ma mi fermo qui.

 Caso 1 E’ evidente che a F possiamo raccontare qualunque cosa che possa gonfiare il suo ego. Non gliene frega niente del mondo: l’importante è che il suo corpo non sia inquinato dalle medicine. Non servirà a nulla spiegare a F come dovrebbe funzionare l’omeopatia: con il suo amico “cazzo ha funzionato di brutto”. Mi spiace che F. abbia un cervello così piccolo (forse era questo che doveva compensare) ma potrebbe non essere colpa sua: forse è cresciuto con una madre assente e un padre ingombrante e… ok, cavoli suoi.

Caso 2 G. sa come funziona l’omeopatia. In pratica la sostanza che si ritiene adatta per il malanno viene diluita tantissimo, anche fino a 1 milione di volte in acqua. Alla fine della diluizione non vi è più alcuna traccia della sostanza ma le molecole di acqua avrebbero una sorta di memoria, cioè si ricordano di essere state a contatto con essa e quindi conservano il “potere” di quella sostanza. E’ fondamentale, dicono i produttori di rimedi omeopatici, che il preparato venga energizzato da una bella shakerata altrimenti non si attiva. Non ci sono prove scientifiche di questa memoria ma G. crede. G fa un atto di fede nei confronti dell’omeopatia: G crede che gocce di acqua o granuli di zucchero possano alleviare i dispiaceri dell’anima o i malanni del corpo.

Caso 3 Penso che quel farmacista sia soltanto un manager. E se ne approfitti dell’ignoranza (in senso buono) dei propri clienti. Perché se la bimba di S. avesse davvero bisogno di un ricostituente, dovrebbe essere il medico di base a deciderlo: con gli integratori non si scherza perché se non c’è un effettivo bisogno, possono fare più male che bene. E questo il farmacista (a meno che non abbia preso la laurea con i punti fragola) lo sa bene. Il farmacista non può rischiare di dare vitamine inutili a una bambina comunque ben nutrita e sana: allora vende alla sua mamma delle palline di zucchero. Così accontenta la mamma e il portafoglio.

L’omeopatia è un nulla sotto forma di gocce e granuli. Si fa forte dell’effetto placebo: se assumo questa pillolina e sono convinta che mi farà passare il mal di testa, il mal di testa molto probabilmente passerà. Perché il potere della nostra mente è immenso. Pensate alla meditazione: attraverso di essa possiamo abbassare la pressione, solo per fare un esempio. E l’effetto placebo è così potente che le aziende farmaceutiche ne tengono conto durante le sperimentazioni finali. Se le aziende farmaceutiche spendono soldi per testare l’effetto placebo, possiamo stare tranquilli: l’effetto placebo esiste. Avete mai sentito parlare del test doppio cieco? Si dà il farmaco da sperimentare ai pazienti: il farmaco potrebbe essere quello vero oppure un placebo, cioè una pillola che contiene solo zucchero. Si chiama doppio cieco perché né il paziente né il medico sanno che cosa il paziente sta assumendo. E sapete perché? Perché basterebbe una parola in più, un sorriso in meno, uno sguardo interpretabile da parte del medico per influenzare il paziente. La cavia di turno potrebbe pensare: “Ecco, quando mi ha dato la pastiglia ha fatto un sorrisetto strano, vuol dire che mi sta dando la pillola finta!”… “Ehi ho visto come guardava la scatola… allora mi sta dando la pillola vera”…

viagraPerfino il colore della pastiglia partecipa all’effetto placebo e l’industria farmaceutica lo sa molto bene. Non è un caso che il Viagra sia blu (blu come il cielo, blu come qualcosa che va verso l’alto) e dalla forma che ricorda (forse inconsciamente ma non troppo) quella del diamante, una pietra così dura… vi rendete conto di quanto siamo sensibili agli stimoli che piovono sotto i nostri sensi?

Tornando all’omeopatia: le preparazioni omeopatiche sono acqua e zucchero. Non hanno niente a che vedere con la fitoterapia: le piante contengono delle molecole utilissime e ovviamente non vengono diluite. Ripeto: il prodotto omeopatico è acqua e zucchero. E la cosa peggiore è che adesso gli omeopati hanno imparato a rubare le parole della vera scienza: ora la tendenza è chiamarla nanofarmacologia. Nano- è il prefisso che indica 1 miliardesimo di qualcosa: per esempio 1 ng è un miliardesimo di grammo, 1 nm è un miliardesimo di metro, ecc…Naturalmente si agganciano al loro concetto della diluizione. Furbastri.

Per concludere. Se quella bambina al mattino ingoiando i granuli si sentirà meglio, sarà soltanto grazie al sorriso della sua mamma: si sentirà amata, accudita, seguita. E si sentirà più forte. 

PS: il mio litigio con una farmacista poco seria: https://www.monicamarelli.com/content/truffa-farmacia