cranioLeggo su un sito americano di divulgazione scientifica che alcuni ricercatori italiani hanno scoperto un reperto interessantissimo: un cranio buchellerato.

Così ho contattato uno dei due studiosi, il professor Fornaciari: posso raccontarvi questa storia grazie alla sua estrema gentilezza (mi ha inviato il pdf originale intitolato Pulverized human skull in pharmacological preparations: Possible evidence from the “martyrs of Otranto (southern Italy, 1480), apparso sul Journal of Ethnopharmacology)(continua)

 

cranioLeggo su un sito americano di divulgazione scientifica che alcuni ricercatori italiani hanno scoperto un reperto interessantissimo: un cranio buchellerato.
Così ho contattato uno dei due studiosi, il professor Fornaciari: posso raccontarvi questa storia grazie alla sua estrema gentilezza (mi ha inviato il pdf originale intitolato Pulverized human skull in pharmacological preparations: Possible evidence from the “martyrs of Otranto (southern Italy, 1480), apparso sul Journal of Ethnopharmacology).

Il 29 luglio 1480 nel mar Adriatico di fronte a Otranto, diciottomila soldati ottomani sbarcarono a Otranto. Guidati dal pascià Gedik Ahmet, agli ordini di Maometto II, detto Il Conquistatore, avevano una missione precisa: sterminare i  cristiani che avrebbero rifiutato di convertirsi all’Islam.

Il 14 agosto l’aria è densa di urla disperate, odora di sangue, l’orrore sembra essere l’unica cosa rimasta sulla Terra. Sono 812 i cristiani rifugiati all’interno della Cattedrale: verranno tutti decapitati o impalati. Erano tutti maschi oltre i quindici anni: le donne e i bambini furono venduti come schiavi a Valona, in Albania.

cranioA un anno da questo spaventoso atto, i resti dei cadaveri furono raccolti per essere custoditi a memoria del tragico episodio: circa 600 furono sistemati in cinque enormi teche all’interno della Cattedrale di Otranto, circa 250 nella chiesa di santa Caterina a Formiello (Napoli).

Qualcosa di anomalo però spicca nelle ossa esposte a Otranto: un cranio presenta 16 fori di varie dimensioni. Dalle tracce sul teschio, si evince che la punta del trapano era arrotondata o a forma di mezzaluna. Impossibile dunque ricavarne dei “dischi”: lo scopo era proprio ottenere della polvere d’osso umano. Perché?

cranioUna soluzione a questo mistero è appena stata proposta dai ricercatori dell’Università di Pisa, Valentina Giuffa, esperta di paleopatologia e il professor Gino Fornaciari, ordinario di storia della medicina. La polvere ottenuta dal cranio era utilizzata come farmaco contro le possessioni demoniache, credute responsabili fra le alte cose di paralisi, ictus ed epilessia. Questo ingrediente è citato a partire dal tardo Medio Evo, quando sugli scaffali delle farmacie apparivano bottigliette con l’etichetta cranium humanun, accanto a quelle di axungia hominis (grasso umano).

A quel tempo il corpo umano era considerato il capolavoro di Dio: naturale che si credesse nel suo potere magico. Secondo le ricerche degli esperti il riferimento più interessante all’uso della polvere di cranio risale al 1675 ad opera del napoletano e nobile Giuseppe Donzelli nel suo Teatro farmaceutico, dogmatico e spagirico, in cui specifica che l’uomo da trapanare deve esser morto di causa violenta.

Il francese Nicola Lemery  nel 1720 è ancor più preciso: la polvere di cranio proveniente da un uomo deceduto di morte violenta e rapida è molto meglio rispetto a quello che ha subito una lunga malattia o che è stato disseppellito dal cimitero perché questi non è ancora stato cranioconsumato completamente.La teca contenente il reparto non può essere aperta: i ricercatori hanno fatto la foto (la prima dall'alto) nel miglior modo possibile.