stomaco Milano, ufficio ai piani alti. Sono seduta davanti a un importante editor di una grande casa editrice. Gli ho raccontato in breve l’idea  per un nuovo libro e ora  sta leggendo la mia scaletta e quindi sta per decidere se passare la palla ai suoi capi. Gli uffici degli edifici milanesi hanno tutti i doppi vetri: altrimenti il rumore della città renderebbe isterico anche un portaombrelli. Io sono un po’ tesa e mi rendo conto che ogni tanto trattengo il respiro. Guardo fuori dalla finestra, il cielo è grigio e senza vita. Questo silenzio sospeso di pochi secondi diventa eterno. E poi, all’improvviso…RUMBLE-GURGLE-RUMBLE(continua)

 

stomaco

Milano, ufficio ai piani alti. Sono seduta davanti a un importante editor di una grande casa editrice. Gli ho raccontato in breve l’idea  per un nuovo libro e ora  sta leggendo la mia scaletta e quindi sta per decidere se passare la palla ai suoi capi. Gli uffici degli edifici milanesi hanno tutti i doppi vetri: altrimenti il rumore della città renderebbe isterico anche un portaombrelli. Io sono un po’ tesa e mi rendo conto che ogni tanto trattengo il respiro. Guardo fuori dalla finestra, il cielo è grigio e senza vita. Questo silenzio sospeso di pochi secondi diventa eterno. E poi, all’improvviso…RUMBLE-GURGLE-RUMBLE… Il mio stomaco si mette a brontolare!  Penso lo abbiano sentito anche quelli degli uffici di fronte. Che-fi-gu-ra-di-pal-ta. Per evitare altro imbarazzo decido nel giro di un nanosecondo di essere spontanea e dico all’editor: “Ops, devo avere un po’ fame!”. Lui è un signore, continua a leggere e non fa una piega. Ma porca di quella porcaccia miseria, perché lo stomaco brontola?

Cominciamo dall’inizio. Il sistema digestivo è essenzialmente un tubo che parte dalla bocca e termina con l’ano. I muscoli della parete del tratto gastro-intestinale si contraggono ritmicamente per far scendere il cibo e i liquidi ingeriti: tale movimento si chiama peristalsi. Oltre a spingere gli alimenti, queste contrazioni servono anche rendere mescolare solidi e liquidi e ottenere una massa semi-fluida che all’uscita dello stomaco è parzialmente digerita (è chiamata chimo). Insieme a questa massa ci sono anche gas e aria: quando il cibo è spinto e compresso e spezzettato in porzioni piccole per poter essere assorbito, vi sono sacche di aria e gas che,  schiacciate, scoppiano e creano il fastidioso rumore. La cosa interessante è che questi rumori ci sono sempre, anche quando lo stomaco è vuoto! Soltanto che quando c’è il cibo, il rumore è fortemente attutito dalla massa ma se lo stomaco è vuoto, le onde sonore riescono a emergere. Un po’ come quando riempiamo la lavatrice: se inseriamo solo un paio di scarpe di tela, le sentiremo rimbombare ma se le mettiamo insieme ad altro bucato, non sentiremo più quel rumore.

Perché la peristalsi funziona anche a stomaco vuoto? Perché dopo due ore il sistema digestivo ha elaborato il pasto. Così lo stomaco segnala al cervello di essere vuoto e il cervello risponde al messaggio ordinando di inziare di nuovo le contrazioni muscolari, per circa 10-20 minuti ogni ora. Lo scopo? Innanzitutto ripulire il tratto gastro-intestinale da eventuali residui e poi per ricordarci di mangiare. Per seguire i ritmi del nostro corpo infatti sarebbe meglio fare come i nostri cavernicoli antenati: fare piccoli pasti e spesso.

PS Il colloquio è andato bene. Arriverà un altro libro. E per festeggiare, appena  uscita dall’ufficio, sono entrata nella pasticceria di fronte e mi sono sbranata una piccola tortina di riso con crema al limone.