Questa mattina mi trovavo nella hall di una delle più grandi e note case editrici italiane. Seduta sulla panca di alluminio corredata di morbidi cuscini blu, mentre aspettavo di essere ricevuta ho visto sfilare un sacco di gente. Era quasi ora di pranzo: giornalisti, staff, tecnici, manager e grandi capi fluivano verso la mensa. Che cosa ho osservato con più attenzione? Ovviamente le scarpe delle donne.
Mentre fantasticavo su come poter incontrare “per caso” una delle più potenti editor italiane (se mangia in mensa, magari passa di qui, la saluto e faccio finta che ci siamo viste da qualche parte, no? No, le super editor non mangiano e non danno confidenza!), osservavo che quest’anno sono state molto apprezzate le zeppe colorate, scelte dalle più alte e snelle. Un’invasione di ultrapiatte per le donne più basse (sì sembra un paradosso), infradito di cuoio con fiori, ballerine in tessuto trasparente. Nessuna orribile sneakers, un inguardabile paio di stivaloni di cuoio, qualche tacco a spillo da vera cougar. Peccato che le zeppate e le taccate non assecondassero il movimento ondeggiante richiesto da un baricentro innalzato: tutte erano rigide e spezzavano il loro percorso in passi troppo brevi. Non dico di falcare lo spazio come modelle esperte ma lasciarsi guidare dalla forza di gravità che tutto influenza e modella, poteva aggiungere un po’ di armonia.
Il baricentro alto deve ondeggiare
Questa mattina mi trovavo nella hall di una delle più grandi e note case editrici italiane. Seduta sulla panca di alluminio corredata di morbidi cuscini blu, mentre aspettavo di essere ricevuta ho visto sfilare un sacco di gente. Era quasi ora di pranzo: giornalisti, staff, tecnici, manager e grandi capi fluivano verso la mensa. Che cosa ho osservato con più attenzione? Ovviamente le scarpe delle donne.
Mentre fantasticavo su come poter incontrare “per caso” una delle più potenti editor italiane (se mangia in mensa, magari passa di qui, la saluto e faccio finta che ci siamo viste da qualche parte, no? No, le super editor non mangiano e non danno confidenza!), osservavo che quest’anno sono state molto apprezzate le zeppe colorate, scelte dalle più alte e snelle. Un’invasione di ultrapiatte per le donne più basse (sì sembra un paradosso), infradito di cuoio con fiori, ballerine in tessuto trasparente. Nessuna orribile sneakers, un inguardabile paio di stivaloni di cuoio, qualche tacco a spillo da vera cougar. Peccato che le zeppate e le taccate non assecondassero il movimento ondeggiante richiesto da un baricentro innalzato: tutte erano rigide e spezzavano il loro percorso in passi troppo brevi. Non dico di falcare lo spazio come modelle esperte ma lasciarsi guidare dalla forza di gravità che tutto influenza e modella, poteva aggiungere un po’ di armonia.
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