Quando nuovi conoscenti scoprono che sono vegetariana, sono fondamentalmente due le domande che mi sento rivolgere:
1) perché lo fai?
2) perché la carne fa male?
(continua)
Perché la carne fa male?
Quando nuovi conoscenti scoprono che sono vegetariana, sono fondamentalmente due le domande che mi sento rivolgere:
1) perché lo fai?
2) perché la carne fa male?
La prima risposta è semplice: rispetto gli animali, ho letto dei libri che descrivono le condizioni negli allevamenti intensivi e trovo sia vergognoso. E mi chiedo come un animale così stressato, depresso e violentato possa produrre poi una buona carne. Lo stress avvelena non solo il nostro corpo ma anche quello degli animali.
Alla seconda domanda invece non è così semplice rispondere ma ho scovato una notizia molto interessante che fornisce qualche dato certo. Si tratta di una delle sue proteine, la carnitina, che si può trovare anche in alcuni energy drink. La scoperta è stata pubblicata su Nature Medicine ed è firmata da una squadra di ricercatori della Cleveland Clinic. Ecco di cosa si tratta: quando la carne (o meglio, ciò che rimane dopo il passaggio nello stomaco) arriva all’intestino, entrano in azione i microrganismi che formano la flora batterica. Questi hanno il compito di “smontare” la proteina carnitina, che così viene trasformata in N-ossido-trimetilammina (TMAO).
Questo composto nel 2011 è stato messo in relazione all’aterosclerosi, il deposito di placche di grasso sulle pareti interne delle arterie. Una curiosità: in greco athere significa “pappa” e indica la poltiglia grassa che appunto ostruisce le arterie ammalate. Tornando alla carnitina: gli studi dimostrano che la questa proteina stimola la moltiplicazione dei batteri che devono smontarla, di conseguenza più carne si mangia, più TMAO è prodotto e più il rischio di “ingrassare” le arterie aumenta.
I vegetariani e i vegani (anche loro sono stati coinvolti nello studio e hanno ingerito carnitina sotto forma di integratore) invece perdono la capacità di “allevare” i batteri che producono TMAO, da cui si potrebbe spiegare come mai il loro sistema cardiovascolare risulta più sano.
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