Monza – da lunedì 6 ottobre – 4 incontri – Per iscrizioni: 039 202 5334
Merate – da metà ottobre (da definire l'inizio) – 4 incontri – presso la libreria La Cicala – 039-9900755
Da sempre si dice che la lingua uccide più della spada, per intendere che le parole possono ferire fino a lacerare l’anima. Ma se vediamo questo effetto da un altro punto di vista, ribaltandolo completamente, possiamo affermare che le parole possono anche far bene all’anima.
Cominciamo dal punto di vista strettamente scientifico: scrivere fa bene alla mente e quindi anche al corpo. Gli studiosi hanno a lungo esaminato questo fenomeno: la scrittura aiuta a superare i brutti momenti che nella vita capitano a tutti. Alcuni sostengono che la scrittura in alcuni casi può essere uno strumento valido per superare i brutti momenti, soprattutto per le persone che non amano parlare davanti a un’altra persona o non riescono a condividere apertamente.
Lo scopo del mio corso è imparare a mettere ordine. Le parole che scriviamo infatti sono un ponte solido tra i nostri pensieri così immateriali eppure così forti nel nostro cuore, e la realtà. Ma fino a quando regna il caos, i pensieri non possono essere messi a fuoco e le emozioni che vivono attaccate…(continua)
Monza – da lunedì 6 ottobre – 4 incontri – Per iscrizioni: 039 202 5334
Merate – da metà ottobre (da definire il giorno di inizio) – incontri – presso la libreria La Cicala – 039-9900755
Da sempre si dice che la lingua uccide più della spada, per intendere che le parole possono ferire fino a lacerare l’anima. Ma se vediamo questo effetto da un altro punto di vista, ribaltandolo completamente, possiamo affermare che le parole possono anche far bene all’anima.
Cominciamo dal punto di vista strettamente scientifico: scrivere fa bene alla mente e quindi anche al corpo. Gli studiosi hanno a lungo esaminato questo fenomeno: la scrittura aiuta a superare i brutti momenti che nella vita capitano a tutti. Alcuni sostengono che la scrittura in alcuni casi può essere uno strumento valido per superare i brutti momenti, soprattutto per le persone che non amano parlare davanti a un’altra persona o non riescono a condividere apertamente.
Lo scopo del mio corso è imparare a mettere ordine. Le parole che scriviamo infatti sono un ponte solido tra i nostri pensieri così immateriali eppure così forti nel nostro cuore, e la realtà. Ma fino a quando regna il caos, i pensieri non possono essere messi a fuoco e le emozioni che vivono attaccate a questi pensieri, si mescolano in un turbine alle volte doloroso, alle volte semplicemente confuso. L’episodio che ci è accaduto (un litigio con il capo, il nostro primo giorno di lavoro, una sorpresa inaspettata) è come se portasse con sé un’energia: scrivere quell’episodio è come trasformare quell’energia che circola dentro di noi in una forma più definita e quindi più accessibile ai nostri pensieri.
È questa la parola chiave che ci aiuta nel nostro percorso: ordine. La Natura per esempio è l’ordine per eccellenza: le piante, le stelle, i movimenti del sole e della Luna: tutto è ordine e armonia. Allora proviamo a ordinare i pensieri e le emozioni per stare meglio. Quanto è più accogliente un ambiente ordinato? Attenzione non intendo l’ordine maniacale, rigido, asettico di una sala operatoria ma l’ordine che piace a noi, che sentiamo più nostro. In altre parole: armonia personale.
Gli episodi che ci hanno causato dolore non vanno dimenticati: spesso non è proprio possibile dimenticare ed è uno sforzo inutile cercare di farlo. Però si possono mettere nella giusta prospettiva: solo così inizieranno a farci meno male. E ce ne accorgiamo subito. Proprio come una persona ripone un libro nella libreria. Fino a quando il libro è in giro, dà fastidio, è sempre in mezzo ai piedi, si inciampa e rimane al centro dell’attenzione, sottraendo tempo ed energia, ma se il libro trova la giusta collocazione nella libreria, ecco, non lo abbiamo distrutto ma lo abbiamo collocato al suo posto, dove non può più disturbarci. E siamo noi a decidere se riprenderlo e sfogliarlo o tenerlo lì.
La mia esperienza di scrittrice mi ha aiutata a superare tanti momenti oscuri e vorrei condividere con altri questa esperienza personale. Anche sulla spinta di quanti (tanti!) che mi chiedono come si scrive, come si inizia, dove si prende l’ispirazione, ecc. La cosa importante che ho imparato in tutti questi anni però è che spesso le emozioni sfuggono. Sono ombre dei nostri pensieri: possiamo inseguirle e mai catturarle, cercarle e mai vederle. Riconoscere un’emozione alle volte non è facile.
Nel mio corso racconto come poter stimolare la sinestesia, ovvero “l’incrocio” dei sensi. Per esempio, quale colore mi ricorda la gioia? E quale la tristezza? Dove sento nel mio corpo la delusione e dove l’irrefrenabile voglia di abbracciare una persona? Che cosa mi evoca il rumore di un traffico caotico in sottofondo o quello del fruscio delle foglie degli alberi? Perché uno sguardo è “dolce” e quando sono arrabbiata vedo “nero”? La sinestesia ci aiuta a costruire metafore per raccontare ciò che è dentro di noi e portarlo alla luce. Non importa che gli episodi siano precisi dal punto di vista biografico (date, successioni degli eventi, ecc).’Quello che conta è aprire la strada a quel ponte che collega cuore, mente e parole.
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