gattosilverDa soli quattro anni sono vegetariana e i motivi che mi hanno spinta a farlo sono diversi. Non so se siano motivi validi, nobili, pessimi, sciocchi, stupidi, privi di fondamento scientifico o perché ho imparato a leggere attraverso le storie di Paperino e per allora gli animali hanno un’anima. E no, non l’ho fatto per la salute. Probabilmente morirò con il sangue denso come il miele, se vado avanti così. (continua)

gattosilverDa soli quattro anni sono vegetariana e i motivi che mi hanno spinta a farlo sono diversi. Non so se siano motivi validi, nobili, pessimi, sciocchi, stupidi, privi di fondamento scientifico o perché ho imparato a leggere attraverso le storie di Paperino e per  allora gli animali hanno un’anima. E no, non l’ho fatto per la salute. Probabilmente morirò con il sangue denso come il miele, se vado avanti così. Se avessi rinunciato alla carne temendo conseguenze sul mio organismo, avrei smesso di mangiare dolci e andrei in palestra per fare movimento: invece non rinuncio al cioccolato ogni giorno, mi concedo la frutta caramellata al pessimo ristorante cinese e uso la macchina anche per fare un solo chilometro.

 

So però con certezza che da quando sono diventata vegetariana sto meglio: adoravo i salumi ma erano pesantissimi da digerire, così come la pasta al ragù e le polpette, tutti cibi che mi piacevano molto. Detestavo la bistecca, con tutte quelle venuzze e quel color grigio: quand’ero una piccola milanese, credevo che le bistecche fossero grigie perché le mucche erano allevate a Milano.

 

A differenza di quanto alcuni miei conoscenti pensano, non me ne frega niente di andare al supermercato e vedere i carrelli pieni di fettine e costine: non mi viene mal di fegato e non mi viene voglia di lanciare anatemi, ognuno è libero di mangiare quello che vuole e lo dico con sincera lealtà. Non me ne frega niente di andare alle grigliate degli amici e vederli mentre si ingozzano di carne bruciacchiata (l’ho fatto anche io in passato: adoravo i wurstel) e risparmio loro perfino il pippone su quanto faccia male mangiare carbonio (la parte nera bruciata) perché tanto mi prenderebbero per una rompipalle. Siamo o non siamo in un Paese libero? No, per l’informazione non lo siamo ma per farci del male sì. Ma lo dico senza polemica.

 

C’è chi fuma sapendo quanto fa male, chi si ingozza di dolci come me, chi mangia carne ogni giorno. Ecco, allora va bene la libertà ma vorrei che fosse una libertà consapevole. Per esempio, adoro la Nutella ma ho smesso di mangiarla perché sono consapevole della deforestazione e dei traumi causati agli oranghi che vivono là. Tra l’altro quella palma è orginiaria del Sud Africa, non è neanche autoctona. Per dire: sapere che mi fa male mangiare quel grasso zuccherato al cioccolato non mi ha mai fermata (io non riuscivo mai a limitarmi a un cucchiaino…)  ma sapere che questo dolce adorabile fa male agli animali, mi ha tolto qualsiasi voglia. Insomma, ognuno di noi ha bisogno di accendersi di passione, di credere in qualcosa che ci faccia sentire vivi e presenti in questo mondo, no? C’è chi è un grande tifoso fedele per la propria squadra di calcio (e il mio amico Gino mi ha spiegato perché può davvero essere importante), chi regala l’anima per il partito e le minoranze (la mia ex-suocera era sempre in prima linea e l’ammiravo per questo), chi parte e va a curare bambini africani, chi rimane e lotta per i diritti degli immigrati, ecc. E io nel mio piccolissimo, piccolissimo mondo voglio battermi per gli animali. Anche solo facendo informazione (quando mi è permesso e devo dire che la Rete è un grande mezzo).

 

Dicevo, la consapevolezza. Ecco, alcuni amici mi hanno detto di smetterla di indagare sulla sperimentazione animale perché il vero dramma è come gli animali sono trattati nei macelli. Oggi stavo scrivendo un pezzo e del tutto per caso ho aperto una tesi di laurea in cui è descritta la macellazione. Vi riporto le prime righe. Solo ed esclusivamente per una questione di consapevolezza per i carnivori e di informazione per tutti. A chi è carnivoro, a questo punto sarà già venuto il nervoso e forse ha abbandonato questo post: mi spiace ma guardare in faccia alla propria realtà è sempre un bene, anche se fa male, anche se non siamo d’accordo. L'animale che mangiate è stato tramortito ma non ucciso: il perché potete leggerlo qui sotto. Ai veggie farà solo tanto male. Potete fermarvi qui.

"Il processo di macellazione vero e proprio inizia con lo stordimento, un procedimento obbligatorio effettuato  per  mezzo  di  uno  strumento  meccanico,  elettricità  o  anestesia  con  CO2,  senza ripercussioni  sulla  salubrità  delle  carni.  Esso  non deve  provocare  la  morte  dell’animale affinché viene mantenuta l’attività cardiaca e respiratoria per il tempo necessario alla fase del dissanguamento.  Durante  questa  fase  il  veterinario deve  controllare  che  le  operazioni  siano svolte nel rispetto del benessere animale

Mi chiedo quale sia il benessere di un animale che muore dissanguato e che debba restare vivo mentre ciò accade.